Per quale motivo aprire un e-commerce?

Il motivo dovrebbe essere identico a quello che ha spinto i nostri nonni ad emigrare nel dopoguerra: migliorare le prospettive.

All’epoca la leva motivazionale che spingeva a fare il salto erano i racconti di chi era partito e aveva fatto fortuna.

Oggi, molto più semplicemente, per convincerti potrebbero bastare alcuni dati statistici sull’andamento dell’ecommerce.

Ecco allora qualche dato per capire di cosa stiamo parlando:

L’e-commerce per le imprese italiane

Internet, anche in Italia, ha una copertura pressoché totale: l’88,7% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni ha accesso alla rete.

Sono tutti perennemente connessi, soprattutto con telefoni e tablet.

Ciò significa che potenzialmente, la quasi totalità degli italiani può passeggiare in un centro commerciale virtuale sul quale il tuo negozio non si affaccia.

Nel solo 2016, in Italia l’e-commerce ha fatturato 31,7 miliardi di utili, di cui neanche un centesimo è finito nelle tue tasche, non avendo tu uno store on-line.

I trend dell’e-commerce

Non bastasse questo, considera che la pratica dell’acquisto on line è in continua crescita mentre l’offerta latita (almeno in alcuni settori). Ciò rappresenta un’opportunità unica: un mercato semi vergine da colonizzare.

In alcuni settori merceologici (es. moda, alimentari, casa e arredamento) il commercio elettronico è ancora poco diffuso, e ciò rappresenta un vuoto d’offerta molto appetibile per chi vuole iniziare a vendere su internet.

In altri settori (turismo, assicurazioni, tempo libero) il livello di concorrenza sarebbe sicuramente più alto, ma l’e-commerce rappresenterebbe comunque un canale aggiuntivo.

Vendere on-line all’estero.

Va poi considerato l’aspetto del mercato estero: non tutte le aziende posseggono canali commerciali in paesi stranieri.

In questo caso, la vendita sul web aprirebbe mercati completamente vergini per chi è abituato a vendere solo in patria.

La sfida allora consisterà nel gestire i sistemi di pagamento (diverse monete, dazi, regole, ecc.), il portale multilingua, le spedizioni, ecc., ma l’opportunità rimane ghiotta.

Si stima che, oltre confine, entro il 2020, un miliardo di persone farà acquisti online, per un giro d’affari stimato in mille miliardi di dollari.

Inoltre, il Made in Italy continua a godere di un prestigio particolare, soprattutto in relazione ai settori più identificativi del nostro Paese.

Per avere qualche cifra, nel 2016 il 29% delle vendite online di aziende italiane è avvenuto tramite e-commerce generato all’estero, ed il dato è in crescita del 27% rispetto all’anno precedente.

L’e-commerce sui marketplace

Se poi non si vuole investire tempo e denaro per la creazione di portale di vendita online, vendere sui marketplace come Amazon, E-bay e affini, può essere un ottimo compromesso.

Anzi, sarebbe ora di iniziare a farlo, visto che nel 2017, la percentuale dei merchant presenti su amazon raggiunge il 57% (mentre si fermava al 33% nel 2015 e 41% nel 2016).

Tirando le somme, la nave per l’America è salpata, occorre raggiungerla il più in fretta possibile se non si vuole rimanere tristemente a terra.

 

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